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Passione per il lavoro: “C’eravamo tanto amati” o “energia rinnovabile”?

Volo in parapendio sopra il mare

La fiamma che si smorza.

La passione per il proprio lavoro ha una sua data di scadenza? Finirà prima o poi, e allora sarà una noia e non vedremo l’ora di andare in pensione o cambiare attività? Oppure è possibile un “ritorno di fiamma”? O si può rinnovare nel tempo?

Sia per chi gestisce se stesso e il proprio lavoro, sia per chi gestisce persone, come i responsabili delle Risorse Umane o i manager, è utile considerare quello che diceva Kenneth Blanchard nell’approccio della leadership situazionale. Per le persone spesso il “calo fisiologico” di motivazione è dovuto alla ripetitività dei compiti, alla routine, alla monotonia. Un altro fattore per Blanchard è l’affidamento di un compito difficile o l’imposizione di una responsabilità che non ci si sente pronti ad affrontare. Questa può mettere sotto pressione o provocare una forte ansia.

Autoefficacia e motivazione.

Riguardo alla percezione di essere efficaci o capaci nello svolgere un’attività, lo psicologo Albert Bandura ha sviluppato il concetto di autoefficacia. Come si sviluppa e promuove l’autoefficacia delle persone? E’ utile per chi gestisce le persone in azienda cercare di costruire percorsi di apprendimento che portino le persone a collezionare successi nel fare le cose. Ad esempio evitando di “buttare in vasca” i dipendenti senza i giusti training, affiancamento, supervisione. L’autore notava che l’interesse per un’attività e l’autoefficacia nella stessa si possono influenzare a vicenda. “La prestazione compiuta con successo alimenta le convinzioni di efficacia professionali. Con il passare del tempo, possono fiorire degli interessi nei settori riguardo ai quali la persona ha sviluppato un forte senso di efficacia” (p. 296, Bandura 1996, Il senso di autoefficacia).

Interesse per un’attività e autoefficacia.

Che si parta con l’interesse per un’attività o che questo arrivi grazie ai successi, l’interesse e la passione per un’attività tendono a crescere con il graduale aumento di abilità nello svolgerla. Oppure con il raggiungimento di nuovi obiettivi. Lo psicologo sportivo Pietro Trabucchi esplora questa dimensione parlando della motivazione intrinseca, o interna alle persone. E la differenzia da quella esterna, data ad esempio dalla retribuzione e dai premi in denaro o dalle lodi e dai riconoscimenti (anche questa necessaria). Trabucchi fa notare che, quando riusciamo in un obiettivo, “ci proviamo gusto”, sperimentiamo il piacere di “avercela fatta”. E questo ci porta ad alzare l’asticella, a porci un obiettivo un po’ superiore, nello sport come nel lavoro e nel tempo libero. Quindi rinnovare la passione (e la motivazione interna) vorrebbe dire anche monitorare i propri obiettivi e cercare di superarsi continuamente.

Un “segreto” per rinnovare la passione per il proprio lavoro.

Una delle risposte possibili per rinnovare la passione lavorativa viene da Dale Carnegie, formatore americano. Egli suggeriva ai venditori di non smettere mai di documentarsi su un dato prodotto e sul proprio lavoro. Questa parrebbe una ricetta plausibile quando la noia per ciò che facciamo sopraggiunge, o una buona pratica da coltivare durante tutto il corso della nostra attività lavorativa, anche in ambiti diversi dalla vendita.

Rinnovare le competenze può essere un altro modo per uscire dall’immobilità e dalla monotonia. Con le parole del pittore e poeta inglese William Blake: “aspettati veleno dall’acqua stagnante”, il che può essere applicabile all’arresto delle informazioni e delle competenze, nonché dell’apertura mentale.

Una nuova sfida.

Passare di ruolo all’interno di una struttura gerarchica può essere un’altra sfida o esperienza stimolante. Una marcia in più quando siamo esperti su qualcosa è la “prova” dell’insegnamento. Essa chiama in causa anche abilità relazionali e comunicative, nonché l’empatia per capire i sentimenti e le esigenze dell’altro che apprende e va incontro al cambiamento. Il parroco del paese del famoso venditore Frank Bettger (autore del best seller “Come si diventa un venditore meraviglioso”) gli propose di fare il catechista. Bettger si dichiarò non abbastanza preparato per insegnare ai ragazzi della sua parrocchia. Il sacerdote rispose però che dover insegnare qualcosa fa imparare meglio e più in fretta la materia, a livelli più profondi e con più senso critico.

Innovare.

Perseguire nuove idee, cercare nuovi modi di proporre la propria attività, o modi diversi di attuarla e una diversa organizzazione, possono mettere in gioco le nostre abilità creative e stimolarci.

Cercare nuove sfide, nuovi mercati, nuovi problemi da risolvere, altrettanto può rinnovare l’assetto della nostra attività, la nostra curiosità e la nostra voglia di scoprire e meravigliarci.

Un’altra frontiera, quando abbiamo rivaleggiato con un concorrente su una nicchia di mercato o su una piazza, e non abbiamo più nuovi sbocchi, può essere quella di intessere nuove collaborazioni. Potremmo imparare a cooperare con un collega, in modo da scoprire vantaggi reciproci, e magari risparmiare delle risorse per una guerra infruttuosa.

Un ultimo interessante “viaggio di scoperta” può essere fornito dal creare collaborazioni con professionalità diverse dalla nostra, in modo da creare insieme nuove combinazioni di servizi. Così si possono mettere insieme cervelli e scoprire nuove idee in un dialogo tra un architetto e un avvocato, o un ingegnere e uno psicologo, o un economista e un giornalista.

Forse è solo l’immaginazione umana che detta i limiti ai processi innovativi del nostro fare. E, se vi piace pensarla con le parole radicali di Blake “L’immaginazione non è uno stato mentale: è l’esistenza umana stessa”.

Vale sempre la pena, prima di cambiare lavoro (soprattutto quando lo si è tanto amato), analizzare la situazione. Possiamo esplorare le dimensioni percettive (come percepiamo la situazione e come vi reagiamo, comprese le nostre strategie di coping = quelle per fronteggiare le difficoltà e lo stress). O passare al vaglio gli aspetti narrativi (come “ce la raccontiamo” e la raccontiamo ad altri). E le dinamiche motivazionali (le nostre ragioni, la passione, gli obiettivi efficaci, etc.). Queste le possiamo esplorare anche attraverso il coaching o con colloqui di supporto.

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